Quando si parla di disturbi alimentari si fa quasi sempre riferimento solo alle donne. In realtà anche il numero di uomini che ne soffre è alto ed è in forte aumento soprattutto negli ultimi anni. Un esempio di disturbo alimentare che colpisce gli uomini in misura maggiore rispetto alle donne è la vigoressia. Ma cos’è?
La vigoressia è un disturbo psicologico che può essere inserito all’interno dei nuovi disturbi alimentari. Tra questi c’è anche l’ortoressia, l’ossessione per il cibo ritenuto sano; la drunkoressia, non mangiare per poter assumere alcolici in grandi quantità senza “correre il rischio” di prendere peso; e la pregoressia, nutrirsi il meno possibile in gravidanza per non ingrassare. La vigoressia è una forma di dismorfofobia, ovvero un disturbo dell’immagine corporea, che si distingue per una incessante e ossessiva preoccupazione per la percezione di una mancanza di muscolosità. I soggetti che ne soffrono quindi vedono il proprio corpo sempre troppo esile, piccolo, debole e poco tonico.
Il disagio viene chiamato in diversi modi: “bigoressia” (dall’inglese “big”: grande, grosso), “complesso di Adone” (dal nome del personaggio mitologico che rappresenta l’ideale della bellezza maschile), “dismorfismo muscolare” o “anoressia inversa” (perché chi soffre di anoressia percepisce il proprio corpo come eccessivamente grosso, mentre chi soffre di vigoressia lo percepisce come poco muscoloso). La fascia di età più colpita è quella va dai 25 ai 35 anni, seguita poi da quella tra i 18 e i 24 anni. Inoltre, sempre più persone adulte over 40 sono affette dalla vigoressia e, anche se in modo inferiore, il disturbo si sta diffondendo sempre più pure tra le donne.
È vero che fare sport fa bene alla salute di cuore, polmoni, cervello, ossa e muscoli, ma esagerando questi vantaggi potrebbero trasformarsi in pesanti danni per il nostro organismo. Le persone che soffrono di vigoressia, infatti, sviluppano un’elevata dipendenza sia nei confronti dell’esercizio fisico che del proprio aspetto e presentano una continua ossessione per il tono muscolare, l’allenamento, la massa magra, per una dieta ipocalorica e iperproteica. È molto diffuso l’uso di integratori alimentari, come le proteine e la creatina, ma anche l’abuso di farmaci steroidi anabolizzanti che creano danni alla salute. Spesso i vigoressici frequentano centri sportivi in modo eccessivo e non con lo scopo di divertirsi e rimanere sani, ma come se si trattasse di una vera e propria mania che culmina con insoddisfazione, tormento, stress e nervosismo. Tra chi soffre di vigoressia lo sport maggiormente praticato è il sollevamento pesi. La vigoressia, infatti, colpirebbe circa il 10% degli assidui frequentatori delle palestre.
Le cause che possono portare allo sviluppo di questa forma di ossessione per l’attività fisica e per il proprio corpo sono differenti e includono fattori psicologici, sociali e biologici. Secondo gli esperti, anche una bassa autostima può contribuire allo sviluppo del disturbo. Infatti, i vigoressici solitamente sono persone che presentano un’insoddisfazione cronica per il proprio corpo e hanno la tendenza a paragonarsi agli altri.
Da questo punto di vista è molto importante anche il ruolo che hanno i mass e i social media nella nostra società. Pubblicità, programmi televisivi, foto e video sui social, contribuiscono ad incrementare questa ossessione, proponendo incessantemente un’immagine di fisico “ideale” fittizia e non conforme alla realtà. Raffigurano il corpo tonico, magro e aderente ai canoni moderni come l’unica maniera per arrivare ad avere successo, riconoscimento sociale e felicità. Questo spinge le persone che già presentano poca autostima ad avere il desiderio di diventare come qualcun altro, finendo però col mettere a rischio la propria salute.
Secondo il Manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM) i soggetti affetti da vigoressia possono presentare sia sintomi di tipo psicologico che comportamentale. Possiamo riassumere i più importanti così: dipendono dall’esercizio fisico e presentano un’attenzione maniacale per la dieta; paragonano il loro fisico a quello degli altri perché non sono mai soddisfatti del loro aspetto e si sentono inadeguati nonostante gli sforzi che fanno per cercare di migliorarsi; provano ansia e disagio se non riescono a dedicarsi all’allenamento come avevano previsto; usano gran parte del loro tempo per praticare programmi di esercizio estremo, trascurando altri aspetti importanti della vita, come la famiglia e il lavoro; in alcuni casi, per riuscire ad ottenere l’aumento della massa muscolare, può succedere che usino anabolizzanti e farmaci potenzialmente dannosi per la salute.
Bisogna ricordare che la vigoressia è un vero e proprio disturbo mentale e quindi non va sottovalutato e sminuito come se si trattasse di una semplice “fissazione per la palestra”. Tutto questo può infatti condurre a stati d’ansia e depressione, e nei casi più gravi a pensieri suicidi. Trattare la vigoressia però non è facile perché la maggior parte delle persone che ne soffre non è consapevole di avere un problema. Una delle maggiori difficoltà sta proprio nel riuscire a convincere i vigoressici di avere bisogno di aiuto. Una volta superato questo step, trattandosi di un disturbo di natura psicologica, la vigoressia viene trattata con la psicoterapia cognitivo-comportamentale, associata spesso a una terapia farmacologica a base di psicofarmaci.
Nasce nel 1992 a Cagliari, città che ama e in cui vive. Laureata in Comunicazione e laureanda magistrale in Giornalismo all'Università Sapienza di Roma, aspira a diventare giornalista da quando è poco più che bambina. Si definisce una curiosa e attenta esploratrice del mondo.
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